Corriere della Sera -

Imprese e filiere, più crescita con l’intelligenza artificiale

Le infrastrutture di supercalcolo sono un asset strategico per la competitività delle imprese, per la crescita di settori come l’energia e la cyber security e per affrontare le sfide legate al contesto di crescente incertezza geopolitica. Si tratta di una partita decisiva per l’Italia e per l’Europa, che vede in prima linea aziende come Leonardo che sta lavorando a un sistema di supercomputer, intelligenza artificiale e cloud a bordo di una costellazione di satelliti che orbitano intorno alla Terra. Un’infrastruttura che sarà in grado di fornire agli enti governativi e alle forze armate nazionali una capacità di calcolo e memorizzazione ad alte prestazioni direttamente nello spazio.

«Siamo in un tempo di conflitti ibridi e sempre più cibernetici, in cui sta aumentando la capacità di insidia attraverso le nuove tecnologie. Per questo serve un modello di difesa multidominio in cui ci sia uno scambio rapido di una sempre maggiore quantità di dati, in tutti i domini: terra, acqua, aria», ha spiegato Simone Ungaro, chief innovation officer di Leonardo intervenendo ieri al Galileo Festival della Scienza e dell’Innovazione di Padova. Non solo la difesa, ma anche le sfide legate ai cambiamenti climatici richiedono una potenza di calcolo sempre maggiore. E su questo l’Italia può vantare una struttura di eccellenza come il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici di Lecce. «Il nostro centro si occupa di studiare non solo in modo quantitativo i cambiamenti climatici ma anche gli effetti che possono avere sulla società. Arrivavamo per ultimi rispetto agli altri Paesi Ue che avevano già dei centri nazionali per studiare i cambiamenti climatici, oggi siamo un punto di riferimento in Europa», ha raccontato il presidente Antonio Navarra. «Tutto questo viene fatto grazie a un centro di supercalcolo che per essere competitivo deve continuamente aumentare la propria capacità. Tanto più queste operazioni di calcolo aumentano e tanto più il livello di dettaglio di descrizione della Terra e di tutta l’atmosfera diventa preciso», ha aggiunto. I benefici di questi sistemi in termini di rapidità di sviluppo ed efficienza delle soluzioni sono sempre più evidenti. «Il supercomputer davinci-1 ci ha permesso di ricostruire 12 anni di volo, raccogliendo i dati dei sensori di bordo di un milione e 600 mila ore di volo, una mole di dati impensabile da gestire prima dell’avvento del supercomputer», ha evidenziato Ungaro.

A partire da questi dati, Leonardo ha sviluppato un’app che consente di predire la manutenzione degli elicotteri in modo puntuale ed ha creato un “gemello digitale” dell’elicottero tramite il quale è in grado di personalizzare la progettazione in base alle esigenze di utilizzo. Per crescere in questo settore però l’Italia deve investire sul mondo Stem e sulle competenze. «L’intelligenza artificiale rende irrilevanti alcune capacità, quindi, data la lentezza del processo formativo, dobbiamo essere molto attenti a investire su competenze resilienti rispetto alla diffusione di queste tecnologie», ha evidenziato Navarra. «La formazione data dalla scuola italiana è migliore di quella di molti altri Paesi e i talenti non mancano – ha aggiunto Ungaro -. Il problema è che non sappiamo fare sistema e spesso l’intelligenza collettiva tende ad abbattere quella del singolo».

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