Il Mattino di Padova -

Dati satellitari per l’arte e test sui tessuti sportivi I cieli che non ti aspetti

Quando si sente parlare) di spazio, non sempre si percorrono tutti i collegamenti logici utili. Vengono in mente i razzi e i satelliti, le missioni e gli astronauti. C’è però un gran reticolo (o una galassia, per restare nel tema semantico) di attività indotta, tra ricerca, produzione e persino cultura. D’acchito, per esempio, non si associano i patrimoni storici e artistici all’economia spaziale; e la stessa cosa vale per lo sport. Eppure…
Il 30 aprile scorso Luca Zaia era a Parigi (non ci è andato su un’astronave interstellare, è bastato l’aereo) per presentare la seconda edizione della VeneTo Stars Challenge 2024. Il titolo è “Space Data for Unesco Heritage Site Valorization”. L’idea è approfondire proprio uno di quei collegamenti non immediati, ma decisivi, che segnano le strategie: rivolgendosi quindi alla tutela del patrimonio culturale e dei siti Unesco attraverso l’utilizzo dei dati spaziali. Il Veneto, lo ricordiamo, ha 9 siti nella lista del Patrimonio Unesco: le Dolomiti (che ora diventano anche “olimpiche”), l’Orto Botanico di Padova, Venezia e la sua Laguna, le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Vicenza e le ville palladiane nel Veneto, i siti Palafitticoli e le Opere di Difesa veneziane tra il XVI e XVII secolo; e Padova con il suo spettacolare ciclo di affreschi trecenteschi.
E lo sport? Se ne parlerà nell’imminente Space Meetings Veneto, in programma dal 20 al 22 maggio a Venezia, per approfondire le potenziali ricadute dell’economia spaziale sull’alimentazione, sui tessuti sportivi, sulle tecniche di allenamento, sulle tecnologie dello sport.
La Rete Innovativa Regionale Aerospaziale “AIR – Aerospace Innovation and Research” (52 partner, 41 PMI, 5 Grandi Imprese, 4 Università, 1 Fondazione e 1 Centro di ricerca). Un progetto lanciato dalla presidenza della Regione e patrocinato dalla RIR AIR si connette alle iniziative promosse anche dal CTNA – Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio – per avvicinare i giovani alla cultura aerospaziale e alle nuove tecnologie, affinché conoscano e prospettive e opportunità connesse.
Il Veneto è la quarta regione in Italia per valore della filiera dell’Aerospazio, dopo Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna: già oggi abbiamo infatti in casa un tessuto di Pmi ad alta tecnologia in grado di produrre il 60% dei componenti necessari a costruire un satellite veneto.
Beni culturali e sport sono due esempi di quanto parlare di spazio, appunto… allarghi lo spazio. Nel frattempo la riflessione del presidente del Veneto parte proprio dal nome del festival di Padova. Che è, ovviamente, una suggestione fortissima. «Galileo: uno straordinario scienziato, ma anche una figura che a distanza di secoli traccia la via da seguire, anche a livello istituzionale. È talvolta complicato far percepire quanto l’innovazione è fondamentale, per il progresso scientifico e tecnologico. Ma anche per l’economia e per creare nuove possibilità di occupazione. Vale anche in Veneto. Abbiamo iniziato una strada che porterà la nostra regione ad essere un riferimento internazionale per l’innovazione, anche nel campo della ricerca aerospaziale: 10 anni fa nessuno o quasi usava la tecnologia satellitare. Oggi è in ogni cellulare, in ogni auto, nei trattori che lavorano i nostri campi: ma monitoriamo con i satelliti anche le frane, i fiumi, le infrastrutture». Per Zaia esistono evoluzioni potenzialmente illimitate, per una serie di tecnologie che stanno sviluppando le aziende del territorio. «Il nostro distretto spaziale deve consolidarsi, possiamo diventare la prima area in Italia per il settore; occorre un Veneto aperto ai mercati mondiali e al top per ricerca applicata e servizi alle start up. E poi ha ancora più senso se si considera che gli investimenti nella ricerca, specie aerospaziale, offrono opportunità per l’istruzione e la formazione di nuove generazioni di scienziati, ingegneri e tecnici specializzati in settori ad alta tecnologia. Le figure, cioè, che oggi si reperiscono con difficoltà nel mercato lavorativo».
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