Corriere della Sera -

“Tecnologia, innovazione e lavoro. Si tornerà sui banchi più volte nella vita”

Un’impresa su due fa fatica a trovare le competenze necessarie. Qual è la strada per far sì che domanda e offerta si incontrino? E come si innovano i modelli educativi per stare al passo con le esigenze del mercato?

«In un mondo in cui le competenze invecchiano rapidamente, la sfida per il mondo dell’educazione è insegnare a imparare». Ne è convinto Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, che insieme a Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano, Stefano Micelli, docente dell’Università Ca’ Foscari Venezia e presidente di Upskill, e Leopoldo Destro, presidente Confindustria Veneto Centrale, ha discusso del rapporto tra università e impresa nella seconda giornata del Galileo Festival della Scienza e dell’Innovazione di Padova. «Le persone dovranno tornare sui banchi più volte nella vita per apprendere nuovi modi di pensare, di organizzare il lavoro e nuove tecnologie. In questo contesto, le università, e in generale chi fornisce educazione, avranno un ruolo primario, a patto che siano in grado di ripensare il proprio modello», ha sottolineato l’ex ministro dell’Università e rettore dell’Open Institute of Technology, nuova istituzione accademica online con un corpo docente internazionale. «Il cambiamento passa anche dai docenti che devono aggiornare e far evolvere le proprie metodologie didattiche», ha aggiunto Sciuto, ricordando come, in un’ottica di rafforzamento dello scambio tra atenei e imprese, il Politecnico di Milano negli anni ha coinvolti diversi manager o imprenditori nell’attività didattica.

Anche il modello di governance andrà ripensato. Gli atenei dovranno essere sempre più in grado di integrare il ruolo delle imprese e delle associazioni di categoria. Con la natalità ai minimi storici, le università in futuro avranno un parco studenti sempre più ridotto. «Concentrarsi sul business dell’upskilling e del reskilling rappresenta una grande opportunità in questo scenario, tenuto conto del fatto che le persone lavoreranno più a lungo e avranno bisogno di aggiornare più volte le loro competenze nel corso della carriera», ha evidenziato Micelli. Secondo Destro per superare il mismatch c’è bisogno di una forte commistione tra il mondo del sapere e il mondo del fare. «Sarebbe bello immaginare che chi lavora in università possa andare a fare degli stage in azienda e, allo stesso tempo, che chi fa ricerca in azienda abbia la possibilità di vedere in prima persona cosa si fa all’interno dell’università», ha proposto il presidente di Confindustria Veneto Centrale.

Nel corso del festival organizzato da ItalyPost si è parlato anche di ricerca nella robotica e delle sue applicazioni in ambito industriale. Temi sui cui si sono confrontati Cecilia Laschi, docente di Ingegneria meccanica della National University Singapore, Barbara Mazzolai, vicedirettrice dell’Istituto Italiano di Tecnologia ed Emanuele Menegatti, docente di Intelligent robotics dell’Università di Padova. La giornata ha visto anche il debutto del premio Libro dell’anno sull’innovazione 2023, vinto da “Senza uguali” del fisico Guido Caldarelli, edito da Egea.

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