Il Mattino di Padova -

A Padova la grande ricerca aerospaziale

Un laboratorio per l’innovazione. Padova è senza dubbio una città fertile per poterlo diventare e il lavoro fatto negli ultimi anni in questa direzione lo certifica ampiamente. Impegno che tra l’altro è stato premiato recentemente con la selezione della città del Santo tra le capitali europee dell’innovazione.

Non poteva esserci città più adatta, quindi, per ospitare la decima edizione del Galileo Festival della scienza e dell’innovazione, che è stata inaugurata ieri mattina nell’auditorium del Centro culturale San Gaetano e che sarà aperta al pubblico con un ricco programma di eventi fino a domenica. Ad aprire la kermesse sono stati Leopoldo Destro, presidente Assindustria Venetocentro, Cristina Balbo, direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino Intesa SanPaolo, Fabrizio Dughiero, prorettore al Trasferimento tecnologico e ai rapporti con le imprese per l’Università e Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico ed Energia Regione Veneto. Tutti concordi su una questione: per favorire l’innovazione gli attori coinvolti nel processo devono fare gioco di squadra. Università, grandi, piccole e medie imprese, istituti bancari e istituzioni devono collaborare. Come spiega Leopoldo Destro: «In Veneto non abbiamo tante grandi aziende ma piccole e medie imprese e diverse start up. L’innovazione può benissimo arrivare anche così e noi ne siamo la prova. Ma per favorire l’innovazione dobbiamo anche uscire dalle aziende e dialogare con altri attori». Sulla necessità di far dialogare le imprese con altri soggetti per favorire l’innovazione non ha dubbi l’assessore Marcato. «La Regione in questo senso sta investendo molto: abbiamo attivato ad esempio le Reti innovative regionali. Le nostre imprese hanno grandi capacità di innovare e lo dimostra anche il settore aerospaziale, che è molto rigoglioso. Non escludo in futuro la possibile formazione di un distretto industriale». Magari proprio a Padova, città che ospita un’Università specializzata nel settore aerospaziale. Ma anche città che fa del gioco di squadra la sua arma vincente. «L’Università di Padova ha collaborazione con molte aziende importanti» spiega il professore Dughiero. «È fondamentale combinare il sapere con le competenze. Così si può sviluppare la ricerca e favorire l’innovazione. Dobbiamo far capire ai giovani che siamo una città attrattiva in questo senso e che ci sono tutte le possibilità per realizzarsi e molti luoghi in cui farlo».Di esempi in questo senso non mancano. Padova, infatti, sta diventando sempre di più un vero e proprio ecosistema dell’innovazione. In Fiera, solo per citare due esempi, l’Hub di Ingegneria che raccoglierà oltre 2 mila studenti e lo Smact Competence center, nato con l’obiettivo di far incontrare studenti e aziende per realizzare “spin off” sulle tecnologie più avanzate di produzione. Non bastano, però, Università e imprese per favorire l’innovazione. Serve anche la collaborazione degli istituti bancari. «Sosteniamo progetti di ricerca e borse di studio negli atenei di Padova e Venezia» spiega Cristina Balbo. «Partecipiamo al Centro Nazionale di Ricerca di Padova e in queste città hanno sede i nostri Laboratori Esg, ciascuno con un plafond di 500 milioni di euro per favorire progetti di economia sostenibile, digitale e circolare».

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