LUNA, LABORATORIO DI PACE

In occasione della presentazione di Luna, laboratorio di pace di Simonetta Di Pippo (Egea)
Incontro in videocollegamento con l’autrice finalista
Simonetta Di Pippo, docente di Space economy SDA Bocconi
Conduce
Paola Pica, responsabile Innovazione Corriere della Sera
Abstract

Sogno irraggiungibile o specchio in cui riflettere speranze e miserie dell’esistenza terrestre, meta agognata della prima corsa allo spazio e infine palestra per allenarsi a diventare una specie multiplanetaria. Nel corso della storia, la Luna è stata per l’uomo molte cose. Ma se ora diventasse anche un laboratorio per ricercare la pace? Mentre la Terra viene scossa da turbolenze sempre più forti e lo spazio si appresta a diventare la nuova arena in cui mostrare i muscoli della (astro)politica, il nostro satellite ci offre una luce di speranza per portare la cooperazione internazionale in una dimensione inedita, che non si limiti a replicare tra le stelle i meccanismi del Pianeta Blu. Secondo l’astrofisica Simonetta Di Pippo dovremmo guardare allo spazio non solo come occasione di sviluppo economico o come orizzonte per espandere la nostra conoscenza, ma come il terreno ideale su cui tentare nuovi esercizi di diplomazia.Dall’India alla Russia, dagli Stati Uniti alla Cina: negli anni Venti del nuovo millennio la corsa alla Luna è ufficialmente ricominciata. Con rinnovato vigore e, soprattutto, nuove ambizioni. Da un lato, la possibilità di costruire colonie che permettano all’uomo di addestrarsi a un ipotetico futuro lontano dal pianeta Terra; dall’altro, l’abbondanza di risorse come minerali (e terre rare), ghiaccio d’acqua e fonti di energia, utilizzabili in loco o – in un futuro neanche troppo lontano – trasportabili sul nostro pianeta. Il rischio, tuttavia, è che questa nuova era di esplorazioni assomigli più alla conquista del Far West che a una collaborazione fondata sui principi di cooperazione, interoperabilità e interdipendenza. Certo, i trattati – dall’Outer Space Treaty al Moon Agreement – esistono, ma nello scenario attuale a farla da padrone sembrano essere nuovi accordi multilaterali, facenti capo a Stati Uniti e Cina. Senza considerare la variabile degli operatori privati – da SpaceX di Elon Musk e Blue Origin di Jeff Bezos – le cui capacità di ricerca e investimento hanno raggiunto livelli immaginabili fino a qualche decennio fa. Insomma, le questioni geopolitiche (ed economiche) terrestri si potrebbero semplicemente “trasferire” sulla Luna. Oppure – ed è l’auspicio di Di Pippo – si potrebbero attuare altri meccanismi più inclusivi e meno divisivi.

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