Si chiude il Galileo Festival 2017: 40.000 presenze e tutto esaurito nella tre giorni dedicata all’innovazione

Aperto dal Premio Nobel per la Fisica Andre K Geim il Festival diretto da Massimo Sideri ha registrato il tutto esaurito. Tra i protagonisti il pioniere dell’electric design automation Alberto Sangiovanni Vincentelli, Luciano Floridi dell’Alan Turing Institute, Derrick de Kerckhove, Beppe Severgnini, Eugenio Aringhieri, Umberto Ambrosoli, Federico Marchetti, Roberto Cingolani, Aldo Bisio, e il robot R1.

E’ stata un’edizione tutta proiettata al futuro, che ha accolto a Padova anche quest’anno migliaia di giovani studenti e ricercatori provenienti da tutta Italia e centinaia di imprese e professionisti che lavorano quotidianamente nel trasferire conoscenza sui processi e sui prodotti delle aziende più innovative.

Il Padova Galileo-Festival dell’Innovazione – promosso dall’Università di Padova e dal portale VeneziePost, con il patrocinio del Comune di Padova e in collaborazione con la Commissione europea – ha festeggiato il quinto compleanno con un’edizione di ampio respiro internazionale diretta anche quest’anno dall’innovation editor del Corriere della Sera Massimo Sideri, che ha registrato oltre 40.000 presenze agli oltre 30 incontri e convegni e nel Villaggio dell’innovazione,  vero e proprio catalizzatore dell’attenzione e della curiosità di un pubblico più ampio di quello degli specialisti.

Sono stati ben sette i grandi ospiti internazionali provenienti dalle più prestigiose università e centri di ricerca internazionali: a partire dal Premio Nobel per la Fisica Andre K Geim, professore alla University of Manchester e premiato con Konstantin Novoselov nel 2010 per le “scoperte rivoluzionarie nei materiali bidimensionali e nel grafene”, che ha aperto il Galileo Festival giovedì 11 maggio all’Aula Magna del Palazzo del Bo con un tutto esaurito, registrato anche per Derrick de Kerckhove, sociologo della cultura digitale, già direttore del McLuhan Program in Culture & Technology alla University of Toronto e per Luciano Floridi, direttore Alan Turing Institute e uno dei massimi esperti mondiali di etica dell’informatica; stesso scenario per la distinguished lecture di Alberto Sangiovanni Vincentelli, docente alla University of Berkeley e pioniere della electric design automation. Grandissimo interesse anche per l’incontro dedicato a La sindrome di Eustachio (Bompiani), l’ultimo libro di Massimo Sideri, firma del Corriere della Sera e direttore del Festival, che è stato presentato al Galileo nel giorno della sua uscita con il direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia Roberto Cingolani.

Grandissima curiosità anche per R1-Your personal humanoid il primo robot umanoide per uso privato o professionale interamente made in Italy: realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova intervistato in un incontro con Giorgio Metta e che ha richiamato moltissima attenzione anche nel “Villaggio dell’Innovazione”.

«Il Festival dell’Innovazione Galileo è ormai un appuntamento immancabile e internazionale: per la prima volta quest’anno abbiamo avuto l’onore di ospitare il Premio Nobel Andre Geim – afferma Massimo Sideri, innovation editor Corriere della Sera e direttore della manifestazione – Ma oltre a lui, scienziati e professori dalle principali università del mondo occidentale, Harvard, Oxford, Berkeley, oltre ai principali amministratori delegati delle aziende italiane che hanno compreso l’importanza dell’Innovazione per la crescita culturale, economica e occupazionale. Questo dà la misura dello sviluppo del Festival, una start up culturale che grazie a Comune, Università di Padova, IIT, Corriere della Sera, VeneziePost e stakeholder di primo piano sta creando un momento unico di dialogo, confronto, divulgazione scientifica e comprensione di come cambia il mondo dello studio e del lavoro. Chi ha voluto parlare di innovazione è passato da Padova, la città dove Galileo Galilei vide prima degli altri la verità scrutando i cieli».

«L’Università è da sempre il motore dell’innovazione ed è importante comunicare i risultati che vengono raggiunti – aggiunge il rettore dell’Università di Padova, Rosario Rizzuto – Il Galileo Festival è un momento di apertura al territorio, che vede il coinvolgimento di partner importanti e dell’intero ateneo: ogni volta che l’Università di Padova si apre per portare cultura, innovazione e scienza, i riscontri sono più che positivi».

«Il Galileo Festival dell’Innovazione è stata un’occasione unica per incontrare e far incontrare mondi che spesso parlano linguaggi diversi ma che sempre di più hanno la necessità di comprendersi e dialogare – afferma Fabrizio Dughiero, prorettore al Trasferimento tecnologico e al rapporto con le imprese dell’Università di Padova – L’innovazione nasce dal dialogo e soprattutto dalla condivisione del sapere e del saper fare ed è in questa direzione che l’Università di Padova si sta muovendo in questi ultimi anni per creare un ponte tra la ricerca e il tessuto economico-produttivo-sociale-culturale del nostro territorio».

«Più che un Festival, il Galileo è ormai diventato un grande laboratorio progettuale dell’innovazione – commenta Filiberto Zovico, fondatore VeneziePost e promotore della manifestazione – La scelta che abbiamo compiuto in questi anni con il direttore Massimo Sideri e con l’Università di Padova è stata quella di costruire una occasione di profilo internazionale, dove il mondo dell’impresa e quello della ricerca possano elaborare e discutere strategie per crescere assieme e far crescere l’intera società, creando occupazione qualificata e fornendo tracce di risposte possibili alle sfide del futuro. Sono stati cinque anni di costruzione di un percorso di crescita che, con questa edizione particolarmente ricca di ospiti di grande prestigio, ci sembra stia dando ottimi risultati».

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