L’Asia al centro del cambiamento, di Giuseppe Gabusi (Treccani, 2023)

Negli ultimi vent’anni l’ascesa della Cina e la sua crescente assertività in politica estera hanno introdotto all’interno dei mercati, delle istituzioni e della governance numerosi elementi di innovazione. Pechino sta per diventare la prima economia del mondo, mentre l’egemonia statunitense appare minacciata dal consolidamento di questo modello alternativo e lo stesso ordine liberale è entrato in crisi. D’altra parte, un’analisi approfondita delle singole questioni e del comportamento dei diversi attori pubblici e privati mostra quanto sia intellettualmente confortante ma del tutto ingannevole la logica binaria insita nell’idea di una “nuova guerra fredda” o dell’Occidente in declino davanti a un non meglio identificato “Oriente”, destinato a diventare il nuovo baricentro del potere mondiale. Con l’ambizione di aiutare a comprendere le molteplici opportunità offerte da un sistema mondiale in rapida trasformazione, questo libro – frutto degli studi sull’Asia realizzati dal Torino World Affairs Institute (T.wai) con il contributo di studiosi di relazioni internazionali e di economia politica globale affiliati a istituzioni britanniche, cinesi, statunitensi, canadesi, australiane, singaporiane e malaysiane – identifica sette vettori del cambiamento che hanno origine in Asia orientale: le relazioni tra Stato e mercato, la valuta digitale, la finanza per lo sviluppo, le catene globali del valore, le istituzioni regionali, l’impatto del cambiamento climatico e la sicurezza non-tradizionale. Gli autori evidenziano il potenziale dirompente di ogni vettore, individuando al contempo gli elementi cui i decisori dovrebbero guardare, con l’assunto che un’economia globale funzionante, sostenuta da istituzioni solide, è nell’interesse di tutti.

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