
La ritmicità è insita in tutte le forme di vita, che si comportano in modo diverso durante le ore di luce e le ore di buio. Le basi genetiche e molecolari di tale ritmicità, che chiamiamo “circadiana”, sono solo in parte note.
Una ritmicità disturbata (lavoro a turno, ospedalizzazione, viaggi intercontinentali, ora legale, esposizione notturna alla luce di tablet e cellulari) può avere conseguenze di salute anche gravi. In aggiunta la malattia stessa, soprattutto se cronica, può determinare alterazioni del ritmo circadiano.
Il gruppo di lavoro Medicina-Biologia coordinato dalla Dott.ssa Sara Montagnese e dal Prof. Rodolfo Costa affronta queste problematiche in un’ottica interdisciplinare e propone una riflessione sulla gestione dei disturbi del ritmo circadiano, anche grazie a nuove tecnologie. Queste favoriscono la distribuzione nell’arco delle 24 ore di esposizione a luce/buio, assunzione di cibo/caffeina e attività fisica/riposo, per vivere, per quanto possibile, in sincronia con il nostro orologio biologico.
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