Presentato oggi al Bo di Padova il programma della terza edizione della kermesse organizzata da VeneziePost e Cuoa. Per la prima volta il direttore è Massimo Sideri.
«Il CNR ha duemila ricercatori e nel 2014 ha registrato 41 brevetti, contro gli 850 della California University»: Ercole Bonini, fondatore dello Studio Bonini e supporter del Galileo Festival dell’Innovazione, mette il dito nella piaga. Già prima il direttore del festival che si svolgerà a Padova dal 17 al 19 aprile prossimi, il giornalista Massimo Sideri, non era ricorso a eufemismi, dicendo che «in Italia molte aziende percepiscono l’innovazione come un nemico», e il professor Paolo Gubitta (presidente del comitato scientifico del Galileo) aveva spiegato ricorrendo all’inglese che «l’innovazione fa paura perché distrugge le competenze». Insomma, già la conferenza stampa di presentazione di questa terza edizione del Festival Galileo, organizzato da VeneziePost e dalla Fondazione Cuoa, è entrata nel vivo di alcuni dei temi che saranno trattati. Perché come dice il curatore del Festival, Antonio Maconi, «la vera notizia è che il direttore della manifestazione quest’anno è per la prima volta Massimo Sideri», ma anche grazie alla ricchezza del cartellone, questo festival ci ricorda che in Italia abbiamo un grosso problema: non sappiamo valorizzare le competenze che pure ci sono. E l’Università in questo ci mette del suo. «Come livello delle pubblicazioni – dice Bonini – in Italia siamo sempre primi al mondo. Pubblichiamo tantissimo. Ma come brevetti siamo fanalino di coda. Eppure l’Università di New York nel 2014 ha finanziato il 75% della propria ricerca grazie alla royalties. E i tedeschi – aggiunge – che sono notoriamente rigidi ma che per gli affari hanno fiuto, producono sette volte più brevetti di noi». Un grosso guaio che si spiega facilmente col fatto che in Italia i ricercatori sono orientati alla carriera universitaria, e quindi vogliono pubblicare e guadagnare visibilità nella comunità scientifica per diventare professori. Ma dato che i soldi all’Università sono in prospettiva sempre meno, chi opera in materie potenzialmente molto redditizie come le biotecnologie o la robotica, deve capire che forse la propria carriera è quella di imprenditore. Come spiega Gubitta, «il problema è che la pubblicazione non costa nulla e fa fare carriera, mentre il brevetto costa e non fa fare carriera». Però il brevetto, come sottolinea Bonini, porta soldi se poi ne esce un prodotto, mentre la pubblicazione fa l’esatto contrario: «Abbiamo l’oro in mano – ripete l’ingegner Bonini – dobbiamo smettere di pubblicare, regalandolo così agli altri». Insomma, il Festival Galileo vuole «colmare un vuoto – spiega Sideri – perché in Italia manca un evento di questo tipo dedicato al tema dell’innovazione, ma ci sono tutte le condizioni per costruire un appuntamento di grande richiamo su modello degli altri festival famosi che si svolgono da Trento e Mantova». Ma vuole anche sollecitare un cambiamento nel cuore del Nordest: «L’Università di Padova è un tesoro di saperi – dice Gubitta – e nei laboratori ci sono persone che sanno inventare le cose. Ma inventare non basta: per generare flussi di reddito occorre innovare», e VENEZIE al Galileo proprio di questo si parla. Perché come nota il direttore del Cuoa Giuseppe Caldiera, «in Italia c’è carenza di competenze adeguate nella gestione della innovazione, ma il fattore umano è quello decisivo» per trasformare una scomoda novità in un principio di crescita. Cosa facilitata dalla possibilità di generare investimenti finanziari, e come spiega il partner dello studio Cortellazzo&Suatto, Salvatore Basile, «oggi disponiamo sia della preparazione, che della competenza tecnologica, della valutazione e degli incentivi, ma se ancora manca la finanza – afferma – è perché dobbiamo dare agli investitori una esatta definizione sulla natura del rischio». Il Festival si apre in anteprima giovedì 16 con due eventi serali al Teatro Zabarella (ospiti Giovanno Barbaro e Paolo Ronchetti) e alla sala delle Edicole (ospite Edoardo Boncinelli) e tra i molti invitati figurano l’ad di Poste Italiane Francesco Caio, il presidente di Confindustria Digitale, Elio Catania, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il fondatore di Arduino, Massimo Banzi. Il programma completo sul sito galileofestival.it